VIAGGIO NELLE MERAVIGLIE DEL DELTA DEL PO
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 Polesine

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MessaggioTitolo: Polesine    Polesine    Icon_minitimeMer Lug 13, 2011 5:20 am

Polesine

Il Polesine (Połéxine in dialetto polesano e Polesine in dialetto ferrarese) è una regione storica e geografica italiana la cui identificazione ha subito variazioni nel corso dei secoli. Al giorno d'oggi si identifica con la provincia di Rovigo o genericamente con la zona situata tra il basso corso dei fiumi Adige e Po fino al Mar Adriatico, comprendendo anche la bassa veronese e parte del comune di Cavarzere in provincia di Venezia. In passato aveva compreso anche la parte della provincia di Ferrara a nord del Po di Volano od anche del Po morto di Primaro.


Etimologia


Il nome Polesine è una voce veneta (in ortografia classica) che deriva dal latino medievale pollìcinum o polìcinum ossia "terra paludosa". Anticamente era usato come nome comune per indicare uno di tanti isolotti piatti di terra emersa che si trovano all'interno del corso di uno o più fiumi, dal carattere precario e destinati ad essere nuovamente sommersi alla successiva alluvione.

Negli atti medioevali di concessione appezzamenti di terreno coltivabile si parla espressamente di "concessione di un polesine di terra delimitato dalle fosse...ecc."

Viene definito anche col termine Polesino in una mappa del Ducato di Ferrara del 1597, elaborata dal Magini, incaricato della redazione di un progetto di bonifiche da Alfonso II d'Este.

Il nome fa quindi riferimento alla caratteristica principale di questo territorio così come si presentava dopo gli sconvolgimenti idrografici seguiti alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente e la conseguente scarsa manutenzione dei fiumi. Si può dunque parlare propriamente di "Polesine" solamente a partire dal Medioevo.


Geografia


Il territorio del Polesine si è modificato nel corso dei secoli seguendo i cambiamenti dei due fiumi che ne hanno delimitato i confini; siccome il Po e l'Adige sono il primo e il quarto fiume italiano per portata, il territorio ha dovuto da sempre smaltire una enorme quantità d'acqua. Un terzo fiume attraversa il Polesine mantenendo il proprio corso tra i due fiumi principali: il Tartaro-Canalbianco

Per questo motivo il Polesine è solcato da una fitta rete di canali di bonifica grazie soprattutto ai lavori effettuati dalla Repubblica di Venezia.

Il Polesine è inoltre soggetto al fenomeno della subsidenza, come effetto collaterale dell'innalzamento delle Alpi e degli Appennini dovuto alla spinta della placca africana.

Oltre alle modifiche operate dai cambiamenti dei corsi d'acqua dovuti agli eventi alluvionali e all'opera dell'uomo, il territorio polesano si espande costantemente verso est a causa dei sedimenti depositati dai fiumi alle foci.


Storia

Storia antica

Nell'antichità l'Adige sfociava nella laguna veneta seguendo un corso più settentrionale rispetto a quello odierno, mentre il corso principale del Po seguiva l'attuale ramo del Po di Primaro; il territorio compreso tra i due fiumi era dunque molto più vasto rispetto al Polesine odierno.

È certa la frequentazione del territorio costiero da parte dei Greci, che fondarono Adria intorno al XII-XI secolo a.C. su quello che allora era un ramo del delta del Po e che coincideva col tratto terminale del Mincio (attualmente è il tratto terminale del Canalbianco).

La Rotta di Sermide (VIII secolo a.C.) modificò il corso del Po di Adria, che allora arrivava fino all'attuale Ficarolo e poi piegava verso sud. Il Po ad Adria riceveva meno acqua e si interrò nel volgere di alcuni secoli.

Fu poi abitato da Veneti ed Etruschi tra il VI ed il IV secolo a.C. ed ebbe in Adria il centro più importante, al punto che la città diede il suo nome a tutto il mare Adriatico. Numerose sono le testimonianze della civiltà etrusca nel Polesine. In alcune tombe scoperte a Rovigo, nella frazione di Borsea, sono stati rinvenuti reperti databili tra il VI e il V secolo a.C. e attribuibili agli etruschi. Anche in località San Basilio nell'isola di Ariano tra il Po di Venezia e il Po di Goro ci sono resti archeologici rinvenuti nei campi coltivati databili nello stesso periodo. Essendo in una posizione strategica a ridosso del mare vi era sorto un ricco insediamento frequentato da Etruschi, Greci e Veneti. Alcuni ricchi proprietari terrieri Etruschi si insediarono anche a San Cassiano di Crespino, Balone di Rovigo, Gavello, Crespino e Frattesina di Fratta Polesine. Da questi luoghi di insediamento sono pervenuti molti reperti che possono essere ancor oggi visti nel "Museo dei grandi fumi" sito nel quartiere di San Bortolo, a Rovigo. Da questo si deduce che la civiltà etrusca cominciava a espandersi in tutta la penisola italiana prima di iniziare il suo declino ed essere fermata definitivamente dalla civiltà romana verso il 500 a.C. Gli Etruschi per bonificare le paludi Adriane, il territorio paludoso intorno ad Adria, costruirono dei canali chiamati "fosse", che furono poi mantenute ed ampliate dai Romani. Nel I secolo d.C. esistono le fosse Augusta, Clodia, Filistina, Flavia, Messanicia e Neronia che permettono di navigare da Ravenna ad Aquileia rimanendo sempre all'interno di lagune e percorrendo canali artificiali e tratti di fiumi.

In epoca romana i porti più importanti sul Po sono: Cremona, Pavia (sul tratto terminale del Ticino), Piacenza, Brescello, Ostiglia, Vicus Varianus (l'attuale Vigarano) e Vicus Hobentia (l'attuale Voghenza).

Il territorio faceva parte della Regio X Venetia et Histria, che aveva come confine meridionale il ramo del Po di Volano.


Storia medievale

Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente l'Adige cambiò il proprio corso e, a causa della scarsa manutenzione delle opere idrauliche, il territorio si tramutò in palude. La tradizione identifica questo evento con la rotta della Cucca del 589. Anche il Po mutò il proprio corso, e il ramo principale venne a trovarsi sull'attuale Po di Volano.

Nel 585 era stato fondato l'Esarcato di Ravenna, una provincia dell'Impero bizantino la cui zona più settentrionale era il territorio di Adria con tutto il delta del Po. Il resto del Polesine entrò a far parte dei territori dell'antico Ducatus Ferrariae sotto i Longobardi.

A partire dal IX secolo a cavallo del Tartaro, che allora scorreva nell'attuale alveo dell'Adigetto, le terre iniziarono a riemergere e furono fondati i primi nuclei di Badia Polesine, Lendinara, Villanova del Ghebbo, Rovigo e Villadose. È da quel momento che il territorio si cominciò a chiamare Polesine.

Polesine    Delta-10
Il Polesine (a nord-est in questa cartina) e l'Emilia-Romagna nel 1585, quando ancora il corso principale del Po sfociava più a nord, prima del "taglio di Porto Viro" del 1604.

Intorno al 950 la rotta del Pinzone (l'odierna Badia Polesine) causò un altro mutamento del corso dell'Adige, che si riversò in quello che oggi è l'Adigetto; di conseguenza si mutò anche il corso del Tartaro, che si spostò più a sud dove grossomodo oggi scorre il Canalbianco.

In seguito alla rotta di Ficarolo del 1152 e degli anni seguenti, il corso principale del Po si spostò più a nord, diramandosi nel Po di Tramontana (verso nord, in territorio di Rosolina), Po di Levante (in gran parte corrispondente all'attuale omonimo canale) e Po di Scirocco (verso sud). In quel periodo il territorio del Polesine di Rovigo e Adria, dall'Adige al Po di Volano, faceva formalmente parte dello Stato Pontificio entro i confini del Marchesato di Ferrara, mentre il basso Polesine (le parti di territorio allora esistenti di Loreo, Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po) erano parte integrante del Dogado di Venezia.

Dal 1389 al 1393 il Polesine fu devastato da una guerra che vide gli Estensi contro i Carraresi di Padova nel tentativo, fallito, di riconquistare Este. Al termine della guerra le finanze del Marchesato di Ferrara erano disastrate, al punto che la reggenza di Niccolò III d'Este offrì il Polesine in pegno ai Veneziani in cambio di un cospicuo prestito. Iniziò così un sofferto periodo di doppia amministrazione, che terminò nel 1438, quando i Veneziani, impegnati in una guerra contro i Gonzaga, restituirono il Polesine in cambio della neutralità degli Estensi. Nell'autunno dello stesso anno, però, una rotta dell'Adige tra Castagnaro e Badia Polesine provocò una disastrosa alluvione che causò l'ennesimo sconvolgimento dell'assetto idrografico del territorio: il corso principale dell'Adige si spostò più a nord e il corso abbandonato divenne l'attuale Adigetto; i canali del Castagnaro e della Malopera, che si aprirono in quegli anni, scaricarono le acque dell'Adige nel Tartaro, che si schiarì a tal punto che iniziarono a chiamarlo "canal Bianco".

Gli Estensi governarono sul Polesine fino alla sconfitta nella "Guerra del Sale" del 1482-1484.


Storia moderna


A seguito di questa sconfitta i territori a nord del Tartaro-Canalbianco, Polesella, Guarda Veneta, Adria e tutto il delta (che all'epoca era più a nord) passarono sotto Venezia col nome geografico di "Polesine di Rovigo", mentre il resto del territorio rimase agli Estensi col nome geografico di "Polesine di Ferrara" e comprendeva la cosiddetta Transpadana Ferrarese e i territori a nord del Po di Volano. L'unità del territorio venne mantenuta all'interno della diocesi di Adria, che allora dipendeva dall'arcidiocesi di Ravenna, mentre l'attuale Bassopolesine (Loreo, Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po, Porto Tolle) continuò a dipendere dalla diocesi di Chioggia.

Polesine    Italy_10
In questa cartina del 1803 il Polesine fa parte della Repubblica Italiana; non era compreso nel Veneto, che faceva parte dei domini austriaci.

Durante la guerra della Lega Santa del 1508-1516, gli Estensi tornarono per un breve periodo a governare sul Polesine di Rovigo, ma al termine della guerra i confini tornarono quelli del 1484 e il Polesine fu nuovamente diviso.

Ben più accortamente degli Estensi, i Veneziani diedero presto avvio ad una politica di sfruttamento intensivo e continuo delle già esauste risorse del territorio, depauperando in modo consistente e crudele terre già compromesse, impedendo di fatto uno sviluppo economico e sociale ed eliminando sul nascere ogni condizione indispensabile per una effettiva autonomia. Si trattò di una colonizzazione spietata, sempre più avida e soffocante con il trascorrere degli anni e l'esaurirsi delle ricchezze naturali.

Tra il 1600 e il 1604 la Repubblica di Venezia, nonostante le rimostranze dello Stato Pontificio, deviò verso sud il tratto finale del corso del Po, tramite l'opera che passo alla storia come "Taglio di Porto Viro". Questa fu l'ultima variazione rilevante nell'idrografia del Polesine.

Con il Trattato di Campoformio del 1797 il Polesine di Rovigo fu ceduto all'Austria mentre il Polesine di Ferrara entrò a far parte della Repubblica Cisalpina. Il confine interno venne leggermente modificato, e posto sul Tartaro-Canalbianco fino alla Fossa Polesella e posto sul Po da questa fino al mare, seguendo il ramo chiamato nel trattato "il Po Grande". Dal 1802 al 1813 tutto il Polesine entrò a far parte della Repubblica Italiana, trasformata nel 1805 in Regno d'Italia. Il territorio faceva parte del Dipartimento del Basso Po, che comprendeva anche l'attuale Provincia di Ravenna.


Storia contemporanea

Dopo la caduta di Napoleone, nel 1815 il Congresso di Vienna stabilì che il Polesine di Rovigo, che entrò a far parte del Regno Lombardo-Veneto, fosse delimitato a sud dal Po e comprendesse tutto il delta. Nel 1819 anche la diocesi di Adria riflesse gli stessi cambiamenti: i confini furono ridisegnati e vi fu uno scambio di territori con l'arcidiocesi di Ferrara; infine la diocesi di Adria venne a dipendere dal patriarcato di Venezia. Il Polesine di Ferrara fu così limitato al solo territorio compreso tra il corso principale, il ramo del Po della Gnocca e il Po di Volano; questa indicazione geografica venne poi a cadere in disuso, facendo di fatto coincidere il Polesine con la sola provincia di Rovigo.

Nel 1866, dopo la terza guerra di indipendenza, fu annesso all'Italia. Dagli ultimi decenni dell'Ottocento e fino alla prima guerra mondiale, il Polesine fu oggetto di un enorme flusso migratorio in uscita indirizzato soprattutto verso il Sudamerica (Brasile e Argentina), ma anche verso il triangolo industriale (Torino-Genova-Milano). In epoca fascista l'emigrazione verso l'estero va spegnendosi, mentre inizia un movimento di popolazione verso l'Agro Pontino, nell'ambito dei progetti di bonifica promossi dal regime.

Nel 1893 nasce l'organizzazione del Partito Socialista Italiano (PSI) nel rodigino. Il padre del socialismo rodigino fu Nicola Badaloni con la collaborazione di Gino Piva. L'entusiasmo politico e sindacale di Gino Piva fu così contagioso che il primo sciopero del 1894 rimase memorabile tra i braccianti del Polesine da essere ricordato in un canto popolare del tempo:

Evviva Gino Piva / che col suo bel parlare / tutta la provincia / ha fatto ribellare.


Alluvioni

Il Polesine è stato soggetto a numerose alluvioni; le principali furono:

* 17 ottobre 589: la "rotta della Cucca" già ricordata, che sconvolse i corsi dell'Adige e del Mincio;
* 950: la "rotta del Pinzone" già ricordata, che sconvolse i corsi dell'Adige e del Tartaro;
* 1152: la "rotta di Ficarolo" già ricordata, che sconvolse il corso del Po;
* autunno 1438: una rotta dell'Adige tra Castagnaro e Badia Polesine, causata per motivi bellici, provocò la creazione di un diversivo che si riversò nel Tartaro col nome di canale Castagnaro; le acque del Tartaro si schiarirono al punto che, da Trecenta in poi, fu chiamato canal Bianco; il diversivo causò la progressiva perdita di portata del corso principale dell'Adige che si trasformò nell'attuale Adigetto, mentre un altro ramo più settentrionale divenne il nuovo corso principale.
* 17 settembre 1882: una rotta dell'Adige inondò il territorio fino al Canalbianco; 63 000 persone abbandonarono la terra ed emigrarono in Sud America;
* 14 novembre 1951: a seguito delle forti precipitazioni che gonfiarono il corso del Po, il Polesine venne devastato da una catastrofica alluvione che provocò 84 morti e più di 180 000 senzatetto;
* 4 novembre 1966: una sfortunata unione di piena del Po e vento Scirocco impedì al fiume di scaricare in mare, e provocò la rottura degli argini nel basso Polesine e la definitiva perdita di alcuni territori strappati al mare pochi decenni prima.

Tratto da wikipedia, Link a wikipedia
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